”Oh C***o! Questa la devi sentire!”
Eccoci con il nuovo appuntamento della nostra rubrica ”Oh C***o! Questa la devi sentire!” il format con cui cercheremo di consigliare la canzone (o il video) che non ti devi assolutamente perdere. Perchè? Perchè se te lo perdi, bhè, potresti rischiare un handicap musicale cla-mo-ro-so.
Questa volta ”Oh C***O! Questa la devi sentire!” ha trovato un’ artista d’oltralpe veramente potente: ”SCH”, che con il suo nuovo video ”Anarchie” ha già fatto casino in tutta Europa.
Il giovane rapper della periferia marsigliese ha chiuso il 2015 sulla cresta dell’onda grazie all’uscita di “A7“, mixtape consigliatissimo e uscito per Def Jam Recordings France, e nei primi mesi di questo 2016 ha annunciato il suo primo vero album dal titolo “Anarchie” (fuori il prossimo 27 maggio).
Il video in questione, – ”Anarchie” appunto- probabile leading track del nuovo progetto, è veramente una bomba.
Ma andiamo per gradi.
I tre video di SCH, ”Gomorra”, ”A7” e soprattutto “Anarchie”, hanno tutte le caratteristiche per essere considerati dei veri e propri cortometraggi, soprattutto per l’ottima qualità dei video.
La storia è ambientata in uno dei quartieri periferici di Marsiglia e, come negli altri video sopra citati, si svolge in un contesto criminale. Questa volta il rapper veste i panni di un killer della malavita che si fa strada nel mondo del crimine eliminando i suoi rivali, nemici ed amici.
Ciò che più ci ha colpiti, però, oltre alla qualità innegabile delle immagini, è il contrasto che si va a creare tra il video e le parole. Guardando solo il clip, ci si potrebbe fare l’idea – SBAGLIATA- di aver a che fare con l’ennesimo rapper che glorifica la vita criminale.
Ma i punti di forza di SCH sono la sua sincera, quanto sofferente, lucidità di pensiero. Riesce a guardare il contesto criminale da cui arriva con distacco e in alcune parti del testo, riesce a stupirci e commuoverci con la sua poesia: “Y’a des mères qui pleurent leurs fils hier c’étaient encore leurs bébés” (madri che piangono i loro figli e ieri erano ancora i loro bebè), oppure: “Vu l’espoir qu’j’y ai mis, vu les jeunes qu’on était j’trouve ça bien qu’on s’en sorte” (visto lo spirito che ci abbiamo messo – nel rap -, considerando i ragazzi che siamo stati – di strada – credo proprio che ne usciremo bene), e ancora: “Fils de pute, tu peux gruger un temps mais pas toujours jamais trop tard pour ouvrir un livre” (figlio di puttana – rivolgendosi ad un ragazzo di strada più piccolo – una volta puoi ingannarlo il tempo, ma non per sempre. Non è mai troppo tardi per aprire un libro).
CURIOSITA’:
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Il giro di piano utilizzato nel beat è un sample della colonna sonora del celebre film “Requiem for a dream“.
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All’interno del video vi sono alcuni riferimenti visivi ad altri video, ad esempio a quello di “3 a.m.” di Eminem (nel quale anche il rapper americano si trova in una vasca riempita di sangue) ed al video di Travi$ Scott “Mamacita” (per via della scenografia illuminata a ultravioletti e la presenza del corpo di una donna dipinto con pittura fluorescente).
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