Quello che la Billboard 200 non dice: Il caso Kevin Gates.

Abbiamo spulciato le classifiche degli album più popolari negli States  e,  oltre alla conferma degli artisti ”black” d’oltreoceano più in voga del momento, abbiamo trovato una chicca che i maggiori media si sono lasciati scappare:

Stabile al primo posto troviamo Drake ( con Views), Beyoncè (con Lemonade) si prende il terzo posto e Rihanna la troviamo invece al settimo.

Alla dodicesima posizione compare un nome che forse non tutti conosco: Kevin Gates, con il suo “Murder for hire II“.

Assurdo.

Non Future dunque, non Kanye West, non Young Thug e nemmeno Kendrick Lamar. Il rapper di Baton Rouge (Louisiana) è riuscito addirittura a surclassare il ”Very Best Of” di un’icona come Prince.

Quale sarà la ricetta per il successo di Kevin?

Il termine underground gli va sicuramente stretto, ma al contempo, non è di certo definibile mainstream. Non trovate?

La prima cosa che ci viene da pensare è che tutto ciò sia impossibile senza l’appoggio di una major label (Atlantic records appunto, con cui però ha solo un contratto da “co-signed“, perchè il grosso del lavoro continua a farlo con la sua Bread winners’ association), in verità la vera forza di Kevin è la fedeltà incondizionata dei suoi ascoltatori e il continuo supporto (pecuniario, soprattutto) della sua fanbase. Un supporto che lo sta traghettando, alla velocità della luce, in un mondo popolato da personaggi con cui non ha molto in comune, soprattutto dal punto di vista dell’esposizione mediatica.

Insomma la Billboard 200 di questo mese ci fornisce un ulteriore conferma di quanto sia fondamentale il rapporto con i propri fan, se ancora ce ne fosse bisogno.

Vi lasciamo quindi con uno dei singoli di Kevin, il resto del disco lo trovate in streaming su youtube, e con un monito che speriamo accoglierete in molti: don’t sleep on Kevin Gates!!

 

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