Chiraq, Drillinois

Chiraq, Drillinois. Per la rubrica Focus & Characters di Radio Jeans Rap.

Chiraq, Drillinois. Per la rubrica Focus & Characters di Radio Jeans Rap.

Chicago, la Drill music e i bambini soldato a stelle e strisce

Intorno al 2010, la scena americana ha visto esplodere un nuovo stile nel rap: la ”drill music”. Un filone musicale, cugino della più famosa TRAP, fortemente legato all’immaginario e alle tematiche ricorrenti nel genere hardcore e gangsta.

Secondo Pacman, pioniere del genere scomparso in uno scontro a fuoco all’età di  soli diciotto anni, la parola ”drill” non ha un preciso significato. Esprime, piuttosto, uno stato d’animo di particolare ”esaltazione”  o una condizione ”sfrenata” che si riversa nelle sonorità tetre e nelle liriche violente tipiche del genere.
Come molti neofiti, anche noi abbiamo avuto difficoltà a comprendere il fenomeno Drill. Principalmente perchè non si può capire senza prima osservarne la natura: la zona in cui si sviluppa, le dinamiche sociali interessate e quindi, in generale, quel contesto che lo ha partorito. Cioè: Chicago, Illinois.
Chicago, soprannominata ”Chiraq” (dopo che nel 2012 il numero di decessi causati da arma da fuoco ha superato il numero di morti all’interno delle truppe statunitensi in Iraq),  ha sorpassato la soglia dei 500 omicidi all’anno e, nella maggior parte di questi, sono coinvolti soggetti tra i dieci e i tredici anni d’età.

LA NASCITA DELLA DRILL

La frammentazione delle “gang nation” (organizzazioni criminali a struttura piramidale, nate intorno agli anni settanta e mosse da mire di controllo sociale ed economico ) ha portato alla formazione di centinaia di piccoli nuclei autonomi più vicini all’idea di ”gang da strada”, piuttosto che vere e proprie cupole mafiose.
Queste bande sono dedite, soprattutto, alla cultura della sopravvivenza. Quella cultura che tende ad aggregare i giovani in quartieri dove imperversano il degrado, la violenza e la disoccupazione.
Proprio i ragazzi provenienti dai quartieri più pericolosi e poveri della città (come Englewood che nel 2000 vantava un tasso di povertà superiore al 40% e nel 2010 è stata giudicata come il quarto posto più pericoloso dai ”crime reports” del Chicago Tribune) hanno dato vita alla Drill Music. Un genere tanto di tendenza quanto criticato, proprio perchè caratterizzato da racconti di sparatorie, risse, droga e crimini sessuali.
Ma non sono solo le tematiche a far discutere. I video low budget, ad esempio, sono veri e propri spaccati della realtà di quartiere. Girati nelle ”trap house” (appartamenti sfitti adibiti alla produzione e allo spaccio di crack) con protagonisti giovani ragazzi armati fino ai denti, con le pistole puntate verso l’obiettivo della telecamera. Come a dire: “noi siamo qua, questo è quello che facciamo, se hai coraggio fatti sotto ma sappi che non esiteremo a difenderci”.

I SUOI PROFETI

La Drill è specchio e voce di Chicago, della violenza nelle sue periferie e della trascuratezza sociale dei giovani afroamericani. Visto che non si può parlare di Drill senza citarne gli interpreti più famosi, qua sotto trovate una piccola selezione degli artisti di punta nel genere:

Lil Bibby & Lil Herb

Lil Bibby & Lil Herb sono affiliati alla N.L.M.B street gang (una banda di strada con all’attivo circa 30.000 membri), entrambi provengono dal pericoloso quartiere di Englewood e il loro marchio di fabbrica sono il timbro vocale sofferto ed una lucida, quanto cruda, maturità nella scrittura.
Nati rispettivamente il 18 luglio 1994 e l’8 ottobre 1995, Herb e Bibby, si sono fatti conoscere collaborando fra di loro, ma negli ultimi tempi si sono rimboccati le maniche per dare solidità anche alle loro rispettive carriere soliste.
Entrambi hanno ricevuto la benedizione dai rapper più anziani per il loro innegabile talento nell’impostazione della voce, un elemento così caratteristico da valergli il titolo di “babyface rapper with an OG voice“, ovvero rapper con le facce da bambini ma con la voce di un vecchio gangster.
Quella che proponiamo qui sotto è ”Ain’t Heard Bout You”, seconda parte del singolo ”Kill Shit” con cui, nel 2012, si sono fatti notare.

King Louie

King Louie, nato il 27 dicembre 1987 nell’eastside, ha raccolto l’eredità musicale di Pacman, diventando uno dei pionieri del genere e facendosi notare, dal 2010, con i primi mixtape.
King Louie è un 28enne in una città in cui si muore molto giovani. Pertanto è considerato un ”veterano” dalla scena drill, visto che in alcuni quartieri molti dei ragazzi non raggiungono nemmeno la maggiore età.
La consacrazione di questo rapper è avvenuta intorno al 2012, con il rilascio del primo capitolo della trilogia chiamata ”Drilluminati”.
Recentemente è stato ferito in una sparatoria, sopravvivendo ad un “headshot” (letteralmente: colpo in testa; cioè una pallottola alla testa).
La traccia che vi proponiamo è live & die in chicago, un vero e proprio ”anthem” (inno) della città.

Lil Durk

Lil Durk, all’anagrafe Durk Banks (Chicago, 19 ottobre 1992), è un altro rapper simbolo della Drill music.
Si è fatto notare per alcuni singoli come “ima hitta” o “l’s anthem” ma le cose si sono fatte realmente serie nel 2013 grazie all’uscita del suo quarto mixtape, l’acclamato “signed to the streets“.
Con il singolo “dis ain’t what u want” ha conquistato l’agognata fama e soprattutto un contratto discografico con def jam recordings. Ma il contratto non ha calmato le acque, infatti nello stesso periodo, Lil durk ha dovuto affrontare un processo, non ancora concluso, per detenzione illegale di arma da fuoco.
Il 27 marzo 2015, due giorni prima della data prefissata per l’uscita del disco, il manager di Lil Durk (uchenna agina aka otf chino), rimane vittima di un agguato e muore all’età di 24 anni facendo slittare ulteriormente l’uscita del disco (riliasciato il 2 giugno 2015).

Chief Keef

Keith Cozart, meglio conosciuto sotto lo pseudonimo di Chief Keef, nasce a Chicago il 15 agosto 1995 ad Englewood, nel southside.
Inizia a rappare molto giovane e grazie al suo primo mixtape, realizzato all’età di 15 anni, raggiunge una buona notorietà all’interno dei confini della propria città.
La carriera musicale di Keef è inscindibilmente legata alla sua vita turbolenta, la quale, sicuramente contribuisce a cementare l’immagine di ”rapper Drill” ma dall’altro ne mina la continuità e le prospettive.
Sosa” (soprannome del rapper), viene arrestato nel 2011 con l’accusa di lavorazione e distribuzione di eroina. Giudicato colpevole, ma essendo ancora minorenne, viene condannato agli arresti domiciliari.
I domiciliari non fermano la carriera criminale di Keef. Un mese dopo l’arresto scatena una rocambolesca fuga ed uno scontro a fuoco con la polizia, dal quale esce miracolosamente illeso, ma ancora una volta in manette.
Questa volta viene mandato in un centro di detenzione giovanile in attesa di giudizio. Un anno dopo (2012) viene più volte convocato dalla polizia in qualità di sospettato. Gli inquirenti credono ”Sosa” implicato nell’ esecuzione di Joseph Coleman (alias Lil Jojo); il movente sarebbe una faida nata su twitter dopo l’uscita del video ”3hunna K”.
Nonostante le burrascose vicissutidini, nel frattempo, Chief Keef ha raggiunto una popolarità nazionale ed un’esposizione mediatica degna di una star di hollywood.
Con “back from the dead” (album del 2012) viene consacrato definitivamente leader mainstream della Drill. Il singolo “I don’t like” ( il cui video è diventato un ”cult’ perchè girato in casa durante il primo periodo di arresti domiciliari del rapper) diventa virale e ne viene fatto, addirittura, un remix da Kanye West con le strofe di Pusha T, Jadakiss e Big Sean.

A onor di cronaca va detto, però, che Chicago non è solo violenza e Drill. Molti altri artisti (primo fra tutti Chance The Rapper) rappresentano un altro approccio musicale. In verità, sostengono questi rapper, sono sopratutto la stampa e le etichette discografiche a calcare la mano su certi argomenti (la violenza e gli omicidi), contribuendo a mantenere la brutale nomea di Chicago.
Noi di Radio Jeans Rap, crediamo sia il frutto di problemi che non hanno confini: quello delle periferie abbandonate a loro stesse e quelli del consumismo sfrenato (che fa dei meno abbienti dei reietti). Ingranaggi perversi che si incastrano con  gravi problemi amministrativi come la trascuratezza di alcune aree, e dei loro abitanti, o l’ estrema diffusione delle armi da fuoco.
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