Skepta – Konnichiwa |Review|

La Grime londinese conquista gli States

E’ stato un rapporto difficile quello tra la patria del Rap e il Regno Unito. Un rapporto che ha iniziato ad acquietarsi solo attraverso piccole scosse discografiche, come l’avvento di Dizzee Rascaal o la firma di Tyler, The Creator per la XL Recordings, l’etichetta indipendente dei Prodigy e dei Radiohead.
Ma Skepta sembra essere l’unico artista inglese ad aver penetrato il mercato musicale statunitense così in profondità e con così ottimi risultati.
Infatti è di qualche mese fa la notizia relativa alla costruzione di un’etichetta worldwide con il canadese più famoso al mondo, Drake, partendo dalle fondamenta della ”Boy Better Know”, la label londinese di Skepta.
Ma non è solo frutto dei suoi ottimi investimenti, o delle ottime conoscenze, se Skepta è riuscito a piazzarsi in un mercato tanto difficile come quello d’oltreoceano. Eh no. Gliel’ha permesso sopratutto la produzione di dischi sperimentali e innovativi, ma estremamente ballabili, come ”Konnichiwa”. Una miscela di elettronico, sporco e inglesissimo grime che raggiunge alcuni picchi di fresh trap con assoluta nonchalance.
Nonostante il tempo delle radio pirata sia passato da qualche anno, l’attitudine anarchica di Skepta è rimasta pressochè invariata. Konnichiwa è la migliore, e più forte, affermazione anti-autoritaria che il rap abbia partorito nell’ultimo anno. Stracolma di disprezzo beffardo, parafrasando pitchfork, per tutto ciò che concerne il culto dell’immagine, la stampa, la polizia e il governo in generale.
Il primo singolo rilasciato risale al 2014 ed è ”that’s not me” in collaborazione con il fratello JME; una traccia trasudante spavalderia da tutti i pori, con un video che definire low budget è un insulto alla spazzatura delle strade di Londra (LOL).

 

Un anno fa è uscito ”Shutdown”, il banger del disco, in cui troviamo uno Skepta all white dressed , all’ombra di formicai londinesi semi deserti e in versione all black nelle notturne strade dell’eastside.
La maggior parte delle tracce è stata prodotta dallo stesso Skepta, tranne ”Crime Riddim” prodotta da Blaikie e ”Numbers” co-prodotta insieme a Pharrel, fra l’altro una delle tracce che ci è piaciuta di più grazie ad un ritornello divertente e sbruffone come ”Quit talkin’ numbers/calculator”. Ma, nel complesso, Konnichiwa rimane uno dei dischi più sperimentali e sovversivi partoriti dal ”sudicio” grime inglese, e il fatto che la patria del capitalismo lo abbia accolto così a braccia aperte fa ben sperare sia per il futuro della musica nera d’oltreoceano che per il futuro del mercato discografico mondiale.

 

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